Essere credibili oggi per il bene comune
Si è aperta con un omaggio dedicato a Tony Santagata – scomparso all’età di 85 anni – la puntata dell’11 dicembre de “Il sabato del Convento.
Fra Francesco Dileo ha ricordato il cantautore pugliese, amico dei frati e devoto di Padre Pio a cui nel 2002 – in occasione della canonizzazione del santo Frate di Pietrelcina – ha dedicato un canto da lui stesso definito “una preghiera di affidamento”.
Tony Santagata è stato ospite del programma pomeridiano di Padre Pio tv lo scorso 30 ottobre e per l’occasione ha eseguito dal vivo un estratto del brano “Padre Pio ho bisogno di te”. Suggestivo è stato il ricordo di Stefano Campanella, direttore di Padre Pio tv ed ospite in studio, che il 25 agosto del 2020 ha incontrato Tony nella sua casa al mare a Termoli per una chiacchierata schietta e sincera come solo Santagata sapeva esserlo.
La voce è stato il tema centrale della puntata, dalle voce musicale del cantautore di Padre Pio e alle tante voci della società che possono essere veicolo di verità oppure di messaggi distorti e quindi nocivi per la collettività.
In studio Gaetano Cusenza – consigliere comunale di San Giovanni Rotondo – ha raccontato la sua esperienza di politico. Già consigliere provinciale e sindaco della città di San Pio, Cusenza ha sottolineato l’importanza oggi di essere credibili come politici per perseguire il bene comune ed essere al servizio della verità. Cusenza ha aggiunto di ritrovarsi nella frase del sindaco Giorgio Lapira che “l’impegno politico, è un impegno di umanità e di santità”, concludendo che se un giovane volesse avere il desiderio di impegnarsi in politica deve prima di tutto studiare
E poi ci sono le voci chiamate a giudicare fatti e persone: i magistrati. Durante la sua testimonianza, Antonio Diella, magistrato e presidente di sezione del Tribunale di Bari, ha condiviso la difficoltà umana e professionale di giudicare, sottolineando che non bisogna avere la pretesa di entrare nel cuore delle persone.
Toccante è stato ascoltare dalla sua voce che l’esperienza più difficile, sofferta e dolorosa è stata ordinare la cattura e quindi la detenzione delle due ragazze, in quel momento, accusate di avere commesso l’omicidio di Nadia Roccia nel 1998 a Castelluccio dei Sauri.
«Decisione dolorosa non perché non fossi convinto della giustezza di quello che avevo scritto – ha detto Diella – ma perché mi sono trovato a valutare la vita di tre diciottenni. È stata una grande sofferenza».